, 05 luglio 2021, n. 0. .
Abstract:
Sommario:
È da qualche tempo che si andava riflettendo su una rivista che, nell’ambito della crisi d’impresa (ma non solo), fosse focalizzata sulla ristrutturazione delle aziende e, quindi, sui profili sia giuridici che aziendalistici di questo fenomeno, lasciando ad altre riviste nell’ambito del portale IL CASO.it (anzitutto Crisi e Insolvenza, naturalmente) le problematiche riferite soltanto al fallimento nella sua dimensione liquidatoria e alla crisi da sovraindebitamento.
Soluzioni negoziate della crisi, dunque, ma anche operazioni di riorganizzazione societaria e di ristrutturazione industriale e finanziaria al di fuori del contesto delle procedure e degli strumenti concorsuali.
Aperta, come nella ormai consolidata tradizione de IL CASO.it, ai contributi della giurisprudenza e a quelli, non meno importanti e con essa “dialoganti”, della dottrina di matrice sia giuridica che, appunto, aziendalistica.
Orgogliosamente “plurale”, perché si propone di ospitare le opinioni di tutti, senza che vi sia, neppure implicitamente, una “linea” cui occorra in qualche modo adeguarsi.
Di qui la composizione di un Comitato scientifico all’insegna della riconosciuta autorevolezza accademica e della grande esperienza professionale, come pure di quella complementarità multidisciplinare di cui si diceva, che va per così dire a “sparigliare” un panorama editoriale troppo spesso caratterizzato da “compartimenti stagni”.
La presidenza di questo Comitato non poteva che essere affidata al decano dei fallimentaristi italiani, il prof. Alberto Maffei Alberti, che ringrazio a nome di tutta la Rivista e che andrà a coordinare un gruppo composto da molti dei più noti e autorevoli studiosi della materia, a cominciare dai professori Alberto Jorio, Paolo Felice Censoni, Stefania Pacchi, Alberto Quagli e Paolo Bastia (quasi tutti già collaboratori de IL CASO.it).
Non potevo inoltre non chiedere di affiancarmi nella direzione a Stefano Ambrosini: anzitutto perché ha concepito e realizzato insieme a me il progetto; in secondo luogo perché negli ultimi dieci anni è stato fra i più assidui (ed acuti) collaboratori de IL CASO.it, i cui saggi hanno talora tracciato la via ai successivi sviluppi dottrinali e giurisprudenziali; in terzo luogo perché - e non è l’amicizia a condizionarmi - può a buon diritto considerarsi uno dei protagonisti del dibattito italiano sulle crisi d’impresa negli ultimi lustri.
L’interesse suscitato nei primi giorni di vita della Rivista lascia comunque ben sperare rispetto a questa nuova stimolante avventura.
Franco Benassi