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Giurisprudenza

Conflitto tra compensi professionali e crediti ipotecari: la risposta della Cassazione ex art. 363-bis c.p.c.


Cassazione civile, 05 luglio 2023, n. 18955.

Data pubblicazione
11 luglio 2023

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Cassazione civile, 05 luglio 2023, n. 18955. Prima Presidente Margherita Cassano.

Su questa Rivista è stata recentemente segnalata l’ordinanza del Tribunale di Modena in data 17 giugno 2023 con la quale – ai sensi dell’art. 363 bis c.p.c. – era stato disposto il rinvio pregiudiziale degli atti alla Corte di cassazione per la risoluzione di una questione esclusivamente di diritto.

Il Primo Presidente ha dichiarato a distanza di qualche giorno, il 4 luglio 2023, con il decreto che si pubblica, la questione inammissibile difettando la stessa del requisito della novità. Gli altri presupposti per la rimessione alla Corte sono che: a) si tratti di una questione esclusivamente di diritto; b) la decisione sia necessaria alla definizione anche anche parziale del giudizio; c) presenti gravi difficoltà interpretative; e d) possa porsi in numerosi giudizi.

Alla Corte era stato chiesto se i crediti per compensi dei professionisti che abbiano assistito l’impresa debitrice, in vista e nel corso della procedura di concordato preventivo, una volta ammessi, in via di prededuzione, al passivo del successivo fallimento, possano essere considerati uscite di carattere generale e quindi, come tali, suscettibili di soddisfazione proporzionale sul ricavato della vendita di un immobile gravato da ipoteca (per il caso, ovviamente, in cui il ricavato medesimo non sia sufficiente a soddisfare il creditore ipotecario ammesso al passivo).

La Suprema Corte non fornisce risposta anche se, tra le righe, sembra trasparire la preferenza del redattore del provvedimento per la tesi che ritiene che le uscite (prededucibili) in parola non possano “intaccare” i diritti del creditore ipotecario.

Non è questa la sede per prendere posizione sul fatto se il quesito posto dal Tribunale di Modena fosse, o meno, “nuovo” ai sensi della nuova disposizione sul rinvio pregiudiziale; la questione posta dal Tribunale è peraltro tutt’altro che banale e, come dimostra la stessa ordinanza di rimessione, oggetto di opinioni contrastanti. È possibile quindi immaginare che la Suprema Corte dovrà tornare in argomento anche se, a questo punto, con ogni probabilità in sede diversa dal rinvio pregiudiziale di cui all’art. 363 bis c.p.c.

Rolandino Guidotti