Giurisprudenza

Misure protettive atipiche nei confronti del garante


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Recensione

Il fallimento di società di capitali socie di una società di fatto


Data pubblicazione
27 dicembre 2021

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Il volume di Giovanni Battista Fauceglia, edito nel 2021 da Giuffre’ nella collana Quaderni di Giurisprudenza commerciale, affronta in modo attento e puntuale un tema di matrice schiettamente giurisprudenziale: quello dell’estensione del fallimento di una società di fatto alle società di capitali che di essa siano socie.

L’inquadramento della problematica muove - e non poteva essere altrimenti - dalle note pronunce della Cassazione del 2016 e della Consulta del 2017, “normativizzate” dall’art. 256 del codice della crisi (come la stessa Relazione illustrativa dichiara espressamente). La finalità dell’indagine è di sottoporre a verifica critica la configurabilità di una supersocieta’ di fatto insolvente e del conseguente fallimento in estensione.

Al risultato di negare tale configurabilità l’autore giunge attraverso tre passaggi, che corrispondono ad altrettanti capitoli del volume: l’analisi della disciplina societaria (da cui si desume l’impossibilità che una società di capitali diventi socia di una società di fatto in assenza di apposita delibera assembleare); l’esame della ragioni dell’impresa e dei limiti del “mito” della c.d. effettività (sul presupposto dell’inidoneità del mero criterio del rischio a supportare l’imputazione della responsabilità patrimoniale); la critica, sul piano del diritto concorsuale, all’espansione dell’area della fallibilità.

Nelle conclusioni si pone l’accento sulla necessaria comparazione fra l’interesse a reprimere schemi elusivi e la tutela costituzionale del credito e della libertà di iniziativa economica: con il che la questione - osserva l’autore - “finisce per collocarsi su un crinale di sistema, rappresentato dal confine tra rispetto della forma e repressione dell’abuso, e qui va posto il dilemma se sia possibile sacrificare la prima e sanzionare i soci della società di capitali per un comportamento ritenuto scorretto (e da loro finanche non conosciuto) degli amministratori”.

L’opera si lascia apprezzare, nell’insieme, per la completezza dell’indagine, anche in virtù di un solido apparato bibliografico, seppur privo di riferimenti comparatistici, e per lo stile chiaro e scorrevole.

La Direzione