Direttori Stefano Ambrosini e Franco Benassi
Giurisprudenza

Crediti postergati e compensazione: le conclusioni del Procuratore De Matteis.


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Recensione

Le soluzioni negoziate della crisi d’impresa. Prefazione di Alberto Maffei Alberti


Data pubblicazione
17 luglio 2021

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 Questo interessante volume, a più mani, affronta alcuni aspetti che riguardano punti nodali del passaggio, tuttora in corso, dalla legge fallimentare al codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.

   Il volume è aperto da un bel saggio di Stefano Ambrosini sul concordato preventivo, di cui l’Autore è da tempo attento ed acuto cultore ed interprete (che infatti nel secondo contributo a propria firma si sofferma su un profilo particolare dell’istituto, quello della risoluzione del concordato e – secondo un’espressione da lui stesso coniata – del fallimento omisso medio).

  Seguono l’originale lavoro di Stefania Pacchi sul c.d. workers buy out, la puntuale analisi di Laura e Virginia Cristini sulle classi nel concordato e l’am­pia indagine di Fabio Iozzo su di un altro tema caldo del concordato preventivo, quello del regime dei contratti pubblici.

  Da segnalare poi due saggi di ampio respiro: l’uno di Luigi D’Orazio sugli accordi di ristrutturazione dei debiti, l’altro, di Giuseppe Bozza sulle misure cautelari e protettive come regolate dal codice della crisi.

  Stefania Pacchi e Marco Arato si occupano, con il noto acume, rispettivamente dei piani di risanamento e di crisi di gruppo. Chiude il volume il bel lavoro di Caterina Appio sulla liquidazione controllata del consumatore.

  Si tratta, in sostanza di un primo coraggioso approccio ad una riforma ancora in fieri che dovrà affrontare e risolvere, tra l’altro, i problemi relativi alla disciplina dell’allerta e quella del concordato preventivo in continuità.

  Problemi, entrambi, di scottante attualità. Il primo perché occorre verificare come si adatti l’istituto ad una crisi che, per quanto riguarda interi settori della nostra economia, non deve essere scoperta, ma è già in atto.

  Il secondo perché, sebbene sia lo strumento che meglio si adatta a preservare la continuazione dell’attività d’impresa, in concreto per potere realizzare la propria funzione dovrà affrontare numerose difficoltà, tra l’altro l’accertamento del discrimen tra imprese viables e non tali. Da parte mia, mi auguro venga abbandonato, in relazione al soddisfacimento dei creditori, il principio del “todos caballeros” e ci si incominci a interrogare se non sia il caso di superare il tabù del pagamento integrale di tutti i creditori privilegiati.

Alberto Maffei Alberti